LA CARTA

LAVORAZIONE DELLE MATERIE PRIME


La materia prima fibrosa, sia essa pasta cellulosica vergine o carta da macero recuperata, abbisogna successivamente di specifiche lavorazioni per poter fornire il foglio di carta desiderato.

Le lavorazioni si differenziano nei particolari a seconda del tipo di carta da produrre, ma se ne può tracciare un diagramma in grandi linee nel quale tutte le lavorazioni si riconoscono.

La prima operazione sulla materia prima fibrosa cosiste nella spappolatura, condotta in opportune macchine dotate di giranti rotanti simili ad enormi frullatori, che permette la formazione di una sospensione di fibre in acqua con un contenuto secco del 6% circa.Tale sospensione viene epurata dalle sostanze estranee ed il grado di epurazione è sempre più esteso man mano che si passa da impasti 100% di fibre vergini ad un impasto 100% di fibre recuperate. I contaminanti vengono eliminati o resi inoffensivi con mezzi meccanici, termici e chimici. I corpi estranei leggeri e pesanti vengono separati con macchine di vario tipo ma che sostanzialmente sfruttano i concetti della forza centrifuga e della differenza di peso specifico dei contaminanti stessi per procedere al loro allontanamento. I contaminanti sensibili all'azione chimica vengono separati dalle fibre con reattivi specifici, dispersi e successivamente separati per lavaggio o flottazione. Nel caso delle paraffine ed hot melts si può procedere alla semplica dispersione meccanica dopo riscaldamento oltre i 100°C delle fibre addensate al 30% di secco.

Le fibre epurate si presentano come dei "tubicini" con alcuni sfilacciamenti fibrillari che facilitano il legame tra loro. L'incrementare questi punti di legame significa fare un foglio di carta più resistente; pertanto è necessario in questa fase di produzione raffinare le fibre, ossia sfibrillarle in opportune macchine rotanti munite di particolari dischi di usura, studiati appositamente per impartire alle fibre le caratteristiche che permettono la formazione del foglio di carta come richiesto.

La massa fibrosa a questo punto viene addizionata con opportuni ausiliari chimici a seconda delle esigenze del tipo di carta in produzione, e più particolarmente cariche minerali, prodotti per la collatura, coloranti, correttori per l'ambiente chimico, coadiuvanti tecnologici, additivi capaci di impartire o migliorare le resistenze meccaniche richieste.

Si passa quindi alla formazione vera e propria del foglio e pertanto si fa drenare l'acqua della sospensione fibrosa attraverso una tela che, funzionando come un setaccio, fa passare l'acqua e trattiene sopra di sè le fibre che, aumentando di consistenza, si compattano formando il foglio.

La formazione del foglio di carta è la fase più delicata della lavorazione perchè influenza l'uniformità e le caratteristiche di resistenza  in direzione macchina, trasversale e perpendicolare. Per ottenere ciò l'impasto viene adagiato sulla tela di formazione molto diluito con valori inferiori all'1% di secco, e si regola il drenaggio dell'acqua secondo una progettazione della disposizione di sottotela in modo da favorire la formazione regolare del foglio in fase di consolidamento. Il drenaggio dell'acqua dall'impasto avviene inizialmente per sgocciolamento naturale e successivamente con l'applicazione del vuoto con speciali casse aspiranti.

Il foglio formato possiede una sua consistenza che gli permette di essere staccato dalla tela per entrare nella zona di pressatura in continuo che riduce ulteriormente il contenuto di acqua. La zona di pressatura in continuo del foglio è costituita da una serie di cilindri caratterizzati da due o più zone di contatto di pressatura ognuna a diverso carico, dove passa il foglio di carta con intermediazione di un feltro. I feltri hanno la funzione di accompagnare il foglio, poco resistente perchè ancora molto umido, sotto l'azione della pressione e di incamerare l'acqua di spremitura. Tale acqua viene continuamente risucchiata da apposite cassette aspiranti che ricondizionano il feltro, in modo che questo possa essere pronto per un nuovo passaggio sotto la generatrice di contatto dei cilindri delle presse.

Con questi passaggi il foglio subisce una specie di laminazione, con grande perdita di acqua, fino a raggiungere un contenuto di secco variabile dal 40% al 50% a seconda del tipo di carta e della tipologia del gruppo presse.

Il foglio di carta viene quindi introdotto in una zona denominata seccheria che si articola in batterie di cilindri essiccatori, cioè cilindri in ghisa riscaldati a vapore diretto. Il foglio di carta viene fatto aderire, tramite tele essiccatrici, alla superficie dei cilindri, i quali, disposti su due piani (cilindri superiori e inferiori), creano un percorso a slalom fino all'arrotolatore dove si raggiunge un contenuto secco del 94%.

Il rotolo di carta che si forma viene, una volta raggiunta la dimensione stabilita, periodicamente tolto dalla macchina continua per procedere poi all'allestimento della carta; di tali operazioni la prima è la suddivisione di questo grande rotolo in bobine di dimensioni adatte ai clienti con l'ausilio di una macchina ribobinatrice. Successivamente le bobine vengono reggettate, pesate, classificate ed inviate al magazzino spedizioni a disposizione della clientela.

 

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